Made in Acapulco (Le indagini della detective Emilia Cruz Vol. 1) (Italian Edition) by Carmen Amato

Made in Acapulco (Le indagini della detective Emilia Cruz Vol. 1) (Italian Edition) by Carmen Amato

autore:Carmen Amato [Amato, Carmen]
La lingua: ita
Format: epub
editore: VIRGIBOOKS
pubblicato: 2020-09-22T22:00:00+00:00


V.

La scogliera

Questo racconto, scritto per un gruppo di critica letteraria ed intitolato originariamente ‘ So Far From God’ , rappresenta il punto di partenza della storia di Emilia Cruz, ed in particolare del primo libro della serie, ‘Cliff Diver’. Introduce il personaggio del manager d’hotel Kurt Rucker e affronta il complesso rapporto tra messicani e norteamericanos .

La scogliera

“È contrario alla legge messicana” proruppe Emilia.

“Guidare una macchina?” domandò scettico il gringo .

“Qual’è esattamente la sua relazione con i proprietari della macchina in questione e con il loro autista?”

L’uomo che sedeva di fronte alla sua scrivania aveva i capelli biondi, una camicia blu perfettamente stirata e quell’impazienza mista a sicurezza in sé stessi che sembravano caratteristiche comuni a tutti i norteamericanos che aveva incontrato.

“Gli Hudson vengono qui ad Acapulco più volte nel corso dell’anno.” Estrasse un biglietto da visita. “Io sono il direttore dell’albergo in cui alloggiano.”

Emilia afferrò il biglietto. Kurt Rucker, General Manager, Palacio Réal Hotel, Punta Diamante, Acapulco.

Il Palacio Réal era uno degli hotel più esclusivi e lussuosi di tutta Acapulco, una meraviglia architettonica a strapiombo sull’oceano, incastonata fra le scogliere di Punta Diamante, ai margini sudorientali della città. Perfino il biglietto da visita trasudava ricchezza, con gli eleganti caratteri in rilievo ed il logo dell’albergo in un angolo.

“Lasci che le spieghi una cosa” esordì Emilia. Poggiò con cautela il biglietto da visita a fianco al fascicolo di arresto sulla sua scrivania e tentò di restare impassibile, mentre reclinava lo schienale della sua sedia. “Ad un cittadino messicano non è consentito guidare una macchina con una targa straniera, senza che i proprietari stranieri dell’auto siano a bordo.”

“Quindi il problema era che i proprietari non erano nella macchina nel momento in cui l’autista è stato fermato” cercò di farsi chiarezza Rucker.

“Esattamente” ribadì lei. “Il Señor Ruiz era solo nel veicolo.”

“Le ripeto che gli Hudson vengono in Messico, in macchina, svariate volte all’anno.” Rucker si sporse sulla scrivania, ed un polsino immacolato della sua camicia urtò e fece rovesciare la targa con su scritto ‘Detective Emilia Cruz Encinos’. Sopra al polsino erano ricamate le iniziali dell’uomo. Emilia si trattenne dall’impulso di allungare la mano per sfiorarle e tastarne la consistenza.

“Assumono sempre Ruiz come autista, quando si trovano qui” proseguì. “Vanno in giro per lo stato e a lui capita di dover sbrigare delle commissioni per loro in via autonoma. Non hanno mai avuto problemi finora. Non li ha mai fermati nessuno, né a Monterrey, né a Città del Messico, né a Guadalajara.”

“Beh, Señor.” Emilia risollevò la targa col suo nome. “Qui ad Acapulco facciamo rispettare la legge.”

“Ma certo.” Il suo spagnolo era eccellente. “E come faranno dunque gli Hudson a riavere indietro la loro macchina?”

Dall’altro lato della sala operativa, Emilia scorse il tenente Inocente che la stava occhieggiando dall’uscio del suo ufficio. El teniente le fece un breve cenno d’assenso col capo, prima di rimettersi a parlare con un altro detective. Era pomeriggio inoltrato, e quasi tutti i detective stavano facendo qualche telefonata, stilando delle relazioni scritte, scambiandosi qualche battuta o qualche rimbrotto.



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